Quoto, con una piccola precisazione:Vedo solo bianco blu ha scritto: ↑18/09/2021, 12:55Per me la difficoltà maggiore è che devono fare movimenti coordinati contemporaneamente, tutti e dieci. Se uno sbaglia un movimento sono dolori. Ad esempio giovedì mi è parso che Felipe Anderson, quando doveva cominciare il pressing sul suo difensore, si guardasse vicino e dietro per vedere i compagni come stavano messi. In quel frangente puoi perdere il tempo giusto e rallentare tutto. Alla fine sembrava una squadra lenta. In fase offensiva stesso discorso, il pensiero prevalente di curare la ripresa della palla, potrebbe fare perdere a tutti la spensieratezza delle giocate, risultando una squadra rigida, come i pupazzetti di un biliardino.Blevins ha scritto: ↑17/09/2021, 12:33ad oggi i giocatori non sanno cosa fare in campo
sembra facciano calcoli a mente prima di fare qualsiasi cosa, un tiro, un passaggio, un cross, un lancio ecc (e già non sono delle cime di loro)
li vedo proprio nervosi
eppure è un 433, mica un corso di fisica
cos'è che fa del gioco di sarri un sistema così complicato da assimilare?
La situazione ottimale si raggiungerà quando Felipe, nel mio esempio, parte nel pressing senza preoccupazione degli altri compagni che sa che lo seguiranno. Deve essere un orologio con gli ingranaggi che si muovono tutti in sincronia.
Il problema è il tempo per ottenere questo è ce n'è pochissimo da qui al 26 settembre.
Felipe , nell'esempio, partirà senza preoccuparsi che gli altri compagni lo seguano, perché sa già che lo stanno facendo .
Per ora non sono rispettate neanche le posizioni di partenza per effettuare il pressing dovuto .
Finisce che vai in pressing e non sei supportato dagli altri e quindi lasci campo libero dietro di te.
Quante volte nelle ultime due partite si è visto solo Immobile farlo? Il buco dietro immobile 99/100 lo recuperi facendo barriera in mediana. Se in pressing senza copertura di squadra ci va un' ala o un mediano crei un buco dietro i mediani , presupposto per un'azione pericolosa degli avversari.
Esattamente ciò che poi è capitato a San Siro.