Edo_88 ha scritto: ↑06/03/2021, 23:43
A fine primo tempo, mi scrive su whatsapp un amico romanista dicendo che la Lazio stava facendo una bella partira gagliarda.
Gli ho risposto di si, ma che sarebbe stato tutto inutile, perché inzaghi avrebbe fatto uscire al 50esimo circa Leiva e Lulic per mettere Patric ed escalante, perdendo la partita per qualche cappellata del primo.
Direi che ci sono andato molto vicino.
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E lo dici pure, i telefoni si spengono, si silenziano e non si guardano per tutta la durata della partita e pure fino al giorno dopo. Messaggiarsi poi con uno di quelli della parte avversa, a partita in corso, quello ha lanciato la gufata e tu al pacco je ce hai messo pure er fiocco. Un suicidio. L'abc proprio, contro il nemico petto in fuori, occhio feroce ghigno malefico e risate in faccia e nei momenti di battaglia baionetta sguainata, non ne passa manco una. Sarà che sono cresciuto in mezzo a quelli, tra San Paolo, Montagnola e Garbatella, tra la fine degli anni 70 e buona parte degli 80 era un inferno.
Dopo giorni dissennati di caroselli in piena Garbatella su e giù tra via Massaia e via De Nobili nel 2001 sbroccai per qualche ora e in mezzo al traffico cominciai con dei FORZA LAZIO che ancora sono ricordati, e così nei giorni seguenti almeno uno a sera.
Che te devo dì, non sei cresciuto in periodo di guerra e in zona di trincea e in assedio come me.
Auguro loro un delizioso finale di campionato, un terzo posto praticamente certo.
Ricordo ancora con dolcezza la primavera inoltrata dell'84.
Diciassette anni e la promessa prima della finale di coppa all'Olimpico che da vero sportivo avrei raggiunto i miei amici (tutti e solo romanisti, tanti d'accatto, solo alcuni veraci, a celebrare con loro la vittoria).
Dopo i rigori, sollevato, li chiamai uno a uno a casa finché non ne trovai qualcuno, e se non c'erano si negavano ce n'era anche per i loro fratelli e genitori: può dire a tizio/caio che non posso raggiungerlo alla festa a circo massimo? Ma che peccato veramente quanto mi dispiace un'occasione così una finale in casa che cavolo mannaggia. Ancora se lo ricordano. E io socchiudo gli occhi e penso -è un tutt'uno- al profumo di quella primavera, dei 17 anni e della prima regazzetta fissa che mi dava tante gioie, ricambiata. Magnifica, in tutti i sensi.